Verità da ministro

Questa la lettera che l’Associazione Upre ha inviato al ministro dell’interno, Marco Minniti.

Illustre signor Ministro dell’Interno, mi rivolgo a Lei in qualità di presidente dell’associazione UPRE ROMA, iscritta al registro Unar “delle associazioni e degli enti che svolgono attività nel campo della lotta alle discriminazioni”, art.6 d.dls. 215/2003 a proposito del terribile episodio che ha visto bruciar vive una giovane donna e due bambine rom nella notte sul 10 Maggio nel quartiere Centocelle di Roma.

Allo stato, quello che si sa dai media è che Angelica di quattro anni, Francesca di otto anni ed Elisabeth di 20 sono morte in seguito a un attentato criminale compiuto in piena notte quando la famiglia dormiva. Questi sono i dati a ora disponibili. Le notizie che circolano sui media però danno due indicazioni: la questura esclude categoricamente un episodio di odio razziale e le indagini sono rivolte all’interno della comunità rom. Questo avendo – così pare – come indizio l’immagine di una telecamera di una figura scura alta e magra.

Vorremmo capire in base a quali elementi di fatto la questura di Roma esclude l’attentato razziale e su quali elementi di fatto la ricerca dell’assassino passa al setaccio i campi di Roma. È una questione rilevante in quanto il clima generale che circonda la comunità rom con costanti campagne d’odio di politici e media lascia perplessi circa la certezza che non si sia trattato di un altro dei molti atti di violenza che negli ultimi anni hanno visto vittime persone e comunità rom: dai roghi di Ponticelli all’assassinio di un padre di 5 figli che dormiva nella roulotte (!) solo perché quell’odiatore di rom li voleva un po’ spaventare.

Inoltre, abbiamo assistito e assistiamo a episodi di false incriminazioni anche perché il pregiudizio che colpisce i rom non esclude tutte le persone che fanno parte dei diversi corpi sociali, civili e politici della società. Dobbiamo naturalmente dare per certo che le indagini su questo crimine siano assolutamente rigorose e garantiscono giustizia, ma sono altrettanto certo che Lei può capire il nostro bisogno di imparzialità perché la ricerca della verità non escluda nessuna delle ipotesi possibili. Qualunque essa sia.

Con i sensi della nostra stima voglia gradire i nostri migliori saluti.

Paolo Cagna Ninchi Presidente associazione UPRE ROMA

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