Abiti e speranze al sole

Per chi ci ha seguito da oltre un anno e per chi non sa nulla ma forse è interessato, ecco una rapida sintesi delle peripezie che sta attraversando una famiglia rom (sostenuta dalla nostra associazione) per riuscire ad aprire una lavanderia a Roma:

Il progetto è stato proposto, sulla base dell’esperienza accumulata nel periodo in cui Sevla Seidic ha lavorato nella cooperativa Occhio del Riciclone con l’obiettivo  di coinvolgere altri familiari, in particolare i figli Carlos e Lion. Così li abbiamo aiutati a predisporre un progetto grazie al quale hanno partecipato ad un bando del Comune di Roma per il fitto, a canone di favore, di immobili di proprietà comunali. Il progetto è stato giudicato favorevolmente e a Carlos Hadzovic è stato assegnato il locale di Via Caduti della Guerra di Liberazione n. 264, che è quello che aveva richiesto essendo ben rispondente alle esigenze: è a fronte strada, in prossimità di una fermata delle linee Atac e in una zona in cui non vi sono altri esercizi simili nelle vicinanze. La consegna del locale è avvenuta l’8 aprile del 2016.

Abbiamo allora lanciato una raccolta fondi e, mediante una cena organizzata nei locali della Comunità di Paolo con cibi tipici della tradizione culinaria Rom (preparati da Sevla e dal suo clan familiare), un’asta promossa in collaborazione con l’Associazione Altramente e la richiesta di donazioni, abbiamo raccolto i primi 5.000,00 euro. Quindi, con l’aiuto dello studio del commercialista dr.Manna (collegato a Spes, uno dei due centri servizi per il volontariato, che agiscono a Roma) il progetto ha concorso all’Avviso Pubblico del Fondo Regionale per il Microcredito, ottenendo un finanziamento di 25.000,00 euro.

E’ stata quindi registrata presso la Camera di Commercio Industria e Agricoltura di Roma la Ditta Individuale Carlo Hadzovic , si sono realizzate le opere di ristrutturazione del locale, secondo il progetto e la supervisione del geom. Franco Speranza che si è prestato a titolo di puro volontariato. Quindi sono state avviate le altre pratiche necessarie per rendere funzionale il locale, tra le quali la formalizzazione del contratto di locazione.

A questo punto è iniziata una corsa ad ostacoli.

Si è scoperto che l’immobile non è accatastato, per cui l’Agenzia delle Entrate non registra il contratto di locazione, senza il quale l’Acea rifiuta di stipulare i contratti per la somministrazione dell’energia elettrica e dell’acqua. Inoltre, in sede di rilascio da parte del Municipio competente, si scopre che sta entrando in vigore una nuova disposizione legislativa in base alla quale le nuove lavanderie devono avere un “responsabile tecnico” e che tale qualifica si acquisisce frequentando (al prezzo di 1.600,00 euro) l’unico corso esistente e riconosciuto dalla Regione.

Il primo ostacolo si supera riuscendo a ottenere dal Comune, dopo una lunga trattativa, un’attestazione in base alla quale l’Acea accetta di fornire acqua e luce. Il secondo ostacolo si supera facendo iscrivere Carlos al corso di qualificazione che per altro sta frequentando con impegno e proficuamente. Nel frattempo, l’Assessorato alla Formazione della Regione Lazio, resosi conto che il primo, e per ora unico, corso di formazione per responsabili tecnici terminerà a luglio e che, non potendosi prima di allora rilasciare attestati, ciò impedisce in tutto il Lazio l’apertura di lavanderie nuove, emana una Delibera con la quale sposta al 31 marzo 2018 il termine entro il quale le nuove lavanderie possono iniziare la propria attività a condizione che il futuro responsabile tecnico stia frequentando il corso di qualificazione.

Superati questi ostacoli, si ritorna al Municipio competente per ottenere il consenso all’apertura dell’esercizio, pagando per la seconda volta i “diritti”. Intanto l’Acea, nel predisporre con i suoi tempi gli allacciamenti, accerta qualche giorno fa che i contatori di pertinenza del locale di Carlos, che come tutti gli altri dello stabile dovrebbero stare nell’apposito vano condominiale, mancano. Non solo, ma che qualcuno in quell’ enorme complesso si sta approvvigionando di acqua abusivamente. Parte una denuncia di carattere penale e in attesa che si chiarisca la vicenda, tutto si blocca nuovamente. Quando dunque pensavamo che la corsa volgesse vittoriosamente al termine, e stavamo impostando la campagna promozionale che deve precedere l’apertura dell’esercizio, un nuovo ostacolo cerca di fermarci.

Siamo certi però che prima o poi si supererà anche questo e quindi procediamo. Sevla e i suoi figli, nel corso un’attività di mini benchmarking, si erano resi conto che in altre zone della città, che presentano condizioni ambientali analoghe a quelle dell’area di insediamento della lavanderia, stanno riscuotendo successo lavanderie che non offrono il tradizionale servizio completo (lavaggio, asciugatura, stiro e imbustamento dei capi) ma solo lavaggio e asciugatura, il cosiddetto self service assistito. Decidono quindi di aggiungere anche questo servizio alla loro offerta per attrarre una clientela più vasta.

La decisione appare ragionevole e ben fondata, ma occorre acquistare qualche macchinario in più, ciò che farà lievitare i costi di investimento. Inoltre è allo studio la convenienza di installare due piccoli impianti di energie alternative (uno solare e uno fotovoltaico) per abbattere i costi dell’energia elettrica convenzionale che sarebbero piuttosto alti dovendo utilizzare essiccatoi ad alimentazione elettrica in quanto il ricorso al gas appare sconsigliabile per diversi motivi. A tal fine mercoledì prossimo nei locali in cui sta sorgendo la lavanderia effettueremo un secondo sopralluogo con tre giovani Rom del Campo di Candoni (ad uno dei quali qualche mese fa è andato a fuoco il container, come reso noto dai media) che, assistiti da un’azienda in possesso dei requisiti per rilasciare le certificazioni di legge, stanno provando a lavorare sia come elettricisti sia come installatori di solare e fotovoltaico. Chiederemo loro un’offerta in vista del possibile affidamento della fornitura e della installazione dei due impianti di energia alternativa e della realizzazione di quello elettrico. Mercoledì abbiamo appuntamento anche con un’azienda che potrebbe concedere alla lavanderia di Carlos il proprio marchio in franchising, il che assicurerebbe indirizzo, controllo e assistenza tecnica durante l’esercizio dell’attività.

Naturalmente stiamo anche provando ad attivare altre fonti di finanziamento per reperire i fondi occorrenti per apportare al progetto i miglioramenti indicati prima. Insomma, benché a fatica per l’insorgere di difficoltà quasi tutte non prevedibili, stiamo tendendo con determinazione verso la festa di inaugurazione della lavanderia, che compatibilmente con l’eventuale utilizzo del marchio in franchising, ci piacerebbe chiamare <Abiti e speranze al sole>.

97724650581 Questo il codice fiscale della associazione Cittadinanza e Minoranze. Con una crocetta sulla vostra dichiarazione dei redditi potete dare una speranza a molti a cui da sempre è stata negata.

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