Vivere e morire a Roma

Ecco il comunicato di Spazi Roma, il coordinamento di associazioni e centri sociali della città che da tempo lavora per i diritti e contro le politiche del Comune fatte di sgomberi e promesse mancate.

Non si può morire così, perché così non si può vivere

Solo un triciclo rosa è quello che resta del camper dato alle fiamme nel parcheggio del centro commerciale Primavera, dove sono morte tre sorelle rom di 4, 8 e 20 anni.

Siamo agghiacciati da questa ennesima tragedia consumata in una città sempre più povera e sempre più distante dai bisogni di chi la abita.

Non è accettabile che si possa vivere in condizioni al limite della sopravvivenza, non è accettabile che non si trovino soluzioni e risposte per le migliaia di persone che in questa città vivono ai margini e sotto ogni soglia di vivibilità.

Noi crediamo che le vere responsabilità di queste tragedie siano le scelte politiche che hanno come unico obiettivo il rispetto di debiti illegittimi, attraverso tagli alle politiche sociali e abitative, ai servizi e al welfare. Salvo poi ‘gestire’ gli inevitabili conflitti che questa condizione perenne di ‘crisi ed emergenza sociale’ genera con un parallelo aumento del livello di richiesta di controllo e militarizzazione.

La povertà e le difficoltà delle condizioni di vita in cui versava questa famiglia erano sotto gli occhi di tutti, trovare una soluzione eracompito di chi governa.

In assenza di risposte culturali ed economiche si rischiano di produrre logiche di odio tra poveri e guerre etniche e razziali. Questo è quanto di più lontano esista dalla storia di questo quartiere (o dalla nostra storia, ma forse meglio il primo).

Ci stringiamo alla famiglia così gravemente colpita e ci batteremo affinché si rafforzino i legami di solidarietà e di lotta fra tutte le persone che soffrono in questa città. Elisabeth, Francesca e Angelica sono morti nostri.

Gli abitanti della città

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