“Dai campi una tempesta di segnalazioni”

A:
Presidenza del Consiglio
Dipartimento Pari Opportunità – UNAR
unar@pec.governo.it
Presidente Regione Lazio
Protocollo@regione.lazio. Legalòmail.it
Protezione Civile Lazio
agenziaprotezionecivile@regione.lazio.legalmail.it
Prefetto di Roma
protocollo.prefrm@pec.interno.it
Sindaco di Roma
protocollo.gabinettosindaco@pec.comune.roma.it
p.c.
Ufficio Speciale RSC-Comune di Roma
prorocollo.servizisociali@pec.comune.roma.it
Caritas Diocesana Roma Area Rom Sinti
salute.romsinti@caritasroma.it

nella mia qualità di presidente dell’associazione di promozione sociale “Cittadinanza e minoranze” iscritta nei registri della Regione Lazio e dell’UNAR,che sin dalla fondazione si occupa della “questione” dei rom e sinti, mi sento in obbligo di richiamare la Loro attenzione sull’altissimo rischio cui sono sottoposte le famiglie Rom e Sinti che risiedono nella Città di Roma di fronte all’incalzare della pandemia.
A causa delle condizioni in cui sono costrette a vivere nei campi, autorizzati, tollerati e spontanei che siano, sono nell’assoluta impossibilità di evitare qualsiasi forma di prevenzione dal contagio. Se, come purtroppo è più che possibile, il Covid 19 entrasse malauguratamente in un campo, il contagio risparmierebbe pressoché nessuno degli abitanti con conseguenze imprevedibili, date le loro precarie condizioni di salute.
Insorgerebbe così anche un grave pericolo per il resto della cittadinanza.
Ma c’è anche un altro aspetto che rende allarmante la situazione di queste comunità emarginate.
Coloro che abitano nei campi vivono alla giornata, cioè di quello che guadagnano con i mercatini etnici, con il commercio dei rottami metallici, con lo svuotamento delle cantine, con lavoretti saltuari di manovalanza ecc. che serve a malapena a procurare il cibo, di giorno in giorno, alle famiglie sempre numerose e spesso con molti bambini. Le necessarie misure di blocco della mobilità hanno come conseguenza non prevista e non voluta quella dell’inaridimento delle seppur esigue fonti di reddito che ne consentono la sopravvivenza. Persino l’elemosina non è più possibile. Le provvidenze che il Governo sta attivando non prendono in considerazione – e non potrebbe farlo – questa fascia della nostra società.
La mia associazione è tempestata di segnalazioni di casi disperati e di richieste di aiuti alle quali siamo nella impossibilità di rispondere.
Sono pertanto qui a segnalare una situazione di emergenza nell’emergenza e a richiedere uno specifico e immediato intervento volto alla sanificazione dei luoghi dell’abitare, associato ad appropriate forme di fornitura di alimenti.
Resto in attesa di risposte immediate e mi dichiaro a disposizione insieme agli altri soci e socie per possibili collaborazioni.
Distinti saluti

Prof Marco Brazzoduro

Roma 17 Marzo 2020-03-17

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