Siamo tutti coinvolti

Basta con le stragi dei “benpensanti”. Dei “bravi” cittadini che difendono le loro proprietà a tutti i costi. Il far west è dietro l’angolo per chiunque. Anche se, nel caso delle tre giovani rom a cui hanno dato fuoco stamattina  a Roma, il costo delle loro vite è il più basso della scala sociale, anzi insignificante.

A chi volete che importi se un camper con tredici persone viene incendiato, se due bambine e una giovane donna rimangono intrappolate tra le fiamme e di loro non resta che un pugno di cenere? Da anni le istituzioni si riempiono la bocca condannando il razzismo, l’esclusione e i pregiudizi ma non sono state capaci neppure di applicare una normativa europea prima e poi italiana che obbligava a chiudere i campi e a trovare soluzioni dignitose e umane per le persone che anno dopo anno, mese dopo mese, giorno dopo giorno, sono state rinchiuse in condizioni sempre più infami in quei luridi ghetti. Semplicemente non hanno voluto perché non è “politicamente” conveniente occuparsi dei più scomodi, dei paria della società. Ora qualcuno piange, qualche eminente depone un fiore o accorre a guardare con costernazione quel mucchio di cenere. E domani, o al massimo dopodomani, si torna a promettere, studiare, valutare, escogitare….. Fino al prossimo rogo. In fondo, stiamo parlando “solo” di poche migliaia di persone, sessant’anni fa in cenere sono finiti in 500 mila. Possiamo “accontentarci”.

Oppure No. Possiamo reagire. E dire che nemmeno un giorno, un’ora di più, assisteremo inerti a questa strage annunciata. Possiamo dirlo in tante e tanti lo faremo a Roma in Campidoglio il 16 e a Milano, il 20 maggio. Perché, come diceva quel tale, “Anche se vi credete assolti, siete comunque coinvolti”.

 

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