La pelle dei rom nell’urna europea

La “marcatura stretta” Salvini-Di Maio, sempre più asfissiante man mano che si avvicina l’appuntamento delle elezioni europee, si sviluppa, anche, sul tema della sicurezza. Tra i dossier, quello delle politiche di gestione dei campi rom, anche a seguito delle recenti proteste a Torre Maura e Casal Bruciato a Roma. Sia il leader della Lega sia quello pentastellato si sono espressi per una chiusura. Ma quanti sono i campi rom in Italia? E dove si concentrano queste persone?
Secondo il Consiglio d’Europa tra rom, sinti e caminanti in Italia risiedono tra le 120 le 180mila persone (lo 0,23% circa della popolazione). Metà dei Rom è di nazionalità italiana; la maggior parte è stanziale. La percentuale italiana è tra le più basse registrate in Europa, dove secondo l’Agenzia europea per i diritti fondamentali (Fra) vivono circa 10-12 milioni di persone. Le regioni dove la presenza rom è più consistente sono Lazio, Campania, Lombardia e Calabria. Nel Lazio un quarto dei rom abita nei campi. La loro presenza così come l’occupazione cambia a seconda del gruppo di appartenenza. In totale in Italia ci sono 11 gruppi.
Secondo alcuni dati forniti dall’Associazione 21 luglio e Amnesty International in occasione della “Giornata Internazionale per i diritti dei rom”, circa 25mila persone di etnia rom vivono in “baraccopoli istituzionali” (ovvero i campi autorizzati ndr) e in “baraccopoli informali”. Quella dei campi autorizzati rappresenta un unicum nel panorama italiano: se ne contano 127, presenti in ben 74 Comuni, e al loro interno vivono circa 15mila persone, più della metà minorenni, e di cui il 45% con cittadinanza italiana.
Dei 120-180mila rom in Italia circa la metà ha la cittadinanza italiana. Nel giugno 2018 Salvini ha annunciato di voler fare un “censimento” dei Rom in Italia. Contrari alla proposta Di Maio e il premier Conte. Il censimento poi non è stato fatto.

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