In ricordo di Mirella Karpati

Ho avuto il privilegio di incontrare Mirella all’inizio degli anni ’90. Allora collaboravo alla cattedra di Sociologia Urbana e Rurale della Sapienza e mi interessavo in particolare alla produzione e riproduzione della povertà nelle metropoli. Inevitabilmente mi sono imbattuto con i campi “nomadi” e quindi con Mirella e don Bruno che gestivano il Centro Studi Zingari in via dei Barbieri.

Sono stati loro a iniziarmi alla problematica connessa al mondo dei rom e dei sinti. Sono stati loro i primi in Italia a occuparsi sistematicamente di quella realtà. Fondarono l’Opera Nomadi nel ’63 a Bolzano (da dove sono stati inopinatamente estromessi) e per 35 anni hanno editato “Lacio Drom” unica rivista in Italia a tematizzare la problematica romanì. Nel ’94 ci siamo reincontrati al 2° Congresso dei rom d’Europa promosso a Siviglia dall’avvocato romanò Juan Heredia de Dios allora deputato all’Unione Europea e oggi attivo vicepresidente dell’International Romani Union. Insieme seguimmo quel congresso. Mirella aveva alle spalle una vasta esperienza di studio e ricerca sulla questione romanì intrecciata con una presenza costante. I suoi scritti sono tutt’ora una fonte preziosa di conoscenza.

D’estate lei e don Bruno giravano col camper mezza Europa per incontrare comunità rom e tessere una rete di conoscenze e collaborazioni. Questo la dice lunga sull’impegno, la generosità, sul suo spessore etico. Doti che ho apprezzato da vicino mentre imparavo da lei (e anche da don Bruno) il modo giusto di avvicinare il mondo dei rom con le sue luci e le sue ombre senza cadere né nell’esaltazione acritica dello stile di vita dei “figli del vento” da non pochi esaltato come espressione di una civiltà superiore, né assecondare la denigrazione aprioristica e pregiudiziale così diffusa ieri come oggi.

Ricordo la limpidezza della persona che ispirava istintivo rispetto, ricordo la sua voce nitida, dolce ma ferma. La ascoltavo con attenzione sperando sempre di imparare qualcosa di nuovo, una prospettiva, un approccio, attraverso aneddoti, descrizioni di eventi. Ci mancherai Mirella.

Marco Brazzoduro

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